Elisa Bertaglia_Singing over the Bones #22, 2019. Olio, carboncino e grafite su carta. 129×104 cm
ELISA BERTAGLIA_Rovigo, 1983
Elisa Bertaglia è un’artista visiva italiana.
Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Venezia sotto Carlo Di Raco; si diploma in pittura al primo livello nel 2006 e al secondo livello in pittura nel 2009 con lode. Nel 2008 ha collaborato con Riccardo Caldura curando la mostra Devozioni Domestiche – una mostra collettiva per la Galleria Contemporaneo di Mestre, in Italia –, scrivendo anche un saggio per il catalogo. Nel 2009 vince una borsa di studio per la pittura presso l’Atelier di Carlo Di Raco all’Accademia di Belle Arti di Venezia.
Nell’aprile 2011 è stata selezionata per esporre Populus III, una serie di disegni e dipinti su carta, alla 54ma Biennale di Venezia presso il Padiglione dell’Accademia.
Dal 2009 ad oggi il suo lavoro è stato selezionato e menzionato per vari premi e sono stati scritti diversi articoli sul suo lavoro. Elisa Bertaglia partecipa a mostre personali e collettive in Italia e all’estero.
Nella ricerca artistica di Elisa Bertaglia, il mondo dell’inconscio, della natura, della dualità e della memoria, è rappresentato attraverso un approccio miscellaneo, fatto di serie di dipinti e disegni di piccola e grande scala su carta, legno o tela, pittura su muro, piccole installazioni e progetti site-specific. Evitando decisamente un approccio illustrativo, l’influenza della letteratura, come i Classici o i romanzi di scrittori contemporanei (Maurizio Maggiani, Patricia Higsmith, Cornelius Eady, Han Kang), e del cinema (Patrice Leconte, Bernardo Bertolucci, Kim Ki-Duk), apre il suo lavoro a diversi livelli di interpretazione. Attraverso un approccio filosofico e un linguaggio onirico e simbolico, l’artista ritrae un ricco vocabolario di piante, animali e bambini, completamente immerso in paesaggi immaginari, ma possibili. Bertaglia indaga il concetto di soglia come metamorfosi, difficile e necessaria alla ricerca e allo sviluppo dell’identità: vertebre e teschi di pesce, radici e foglioline intrecciate, bambini e belve, appese nel vuoto o legate a rami di piante carnivore, sono i simboli del cortocircuito nel complesso compendio di rituali e regole che celebrano il passaggio naturale tra incoscienza e coscienza.
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